Giornata del disertore: alcuni report delle iniziative attorno al 4 novembre

LIVORNO

Corteo e cartelli antimilitaristi sul monumento ai caduti per un 4 novembre a sostegno dei disertori, contro tutte le guerre, contro le spese militari.

Circa 200 persone sono scese in piazza a Livorno per una manifestazione antimilitarista in occasione del 4 novembre, per rovesciare la propaganda guerrafondaia della “Giornata delle Forze Armate” e dire chiaramente “Disertiamo tutte le guerre, basta spese militari”, come riportava lo striscione che ha aperto la manifestazione organizzata dal Coordinamento Antimilitarista Livornese.

Oltre alle diverse realtà politiche, sindacali e di movimento che costituiscono il Coordinamento Antimilitarista hanno partecipato, tra le altre, il Coordinamento Salute di Livorno, il Movimento Nonviolento, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, la Rete Livorno Contro le Guerre, il Gruppo Autonomo Portuali che ha pure apposto uno striscione “Niente da Festeggiare” sulla cancellata del Liceo classico, di fronte al monumento al partigiano, dove si concludono le celebrazioni ufficiali del 4 novembre.

“Rifiutiamo la celebrazione militarista del 4 Novembre della Giornata delle Forze Armate che celebra la “Vittoria” della Prima Guerra Mondiale che costò 650 mila morti e 1 milione di feriti solo dalla parte italiana. Da tempo il movimento antimilitarista ha reso questa giornata una importante occasione di lotta contro tutte le guerre e contro tutti gli eserciti, scendiamo in piazza anche quest’anno per fare del 4 Novembre la Giornata dei disertori! Rifiutare la celebrazione della guerra è ancora più importante adesso mentre si intensifica la guerra in Palestina, in Libano, in Ucraina.”

Con questa convocazione la manifestazione si è radunata a partire dalle 17:30 intorno al monumento ai caduti di Piazza Magenta dove, con una azione simbolica, sono stati apposti sul monumento dei cartelli che rappresentavano fucili d’assalto spezzati. Dopo alcuni interventi i manifestanti sono partiti in corteo attraversando Corso Amedeo fino in Piazza Attias, da cui si sono mossi, dopo una breve sosta, da Via Ricasoli fino in in Piazza Cavour, dove la manifestazione si è conclusa con interventi che hanno coinvolto i passanti.

La manifestazione ha portato in piazza insieme ai classici temi dell’antimilitarismo anche la lotta per la difesa del sistema sanitario, sempre più devastato da privatizzazioni e tagli, l’opposizione di lavoratori e lavoratrici al traffico delle armi nei porti e sulle ferrovie, la lotta contro la propaganda di guerra e la militarizzazione delle scuole e delle università, che viene condotta da chi studia e lavora in questi istituti. Una pluralità di temi e di percorsi collettivi che rispecchia il radicamento nei diversi ambiti della società dell’opposizione alla guerra. Il 4 novembre è stata un’ importante giornata di lotta, tappa di un più generale rilancio dell’antimilitarismo che oggi è più che mai necessario.
Sulla pagina fb del Coordinamento Antimilitarista Livornese alcune foto della giornata

Coordinamento Antimilitarista Livornese

PALERMO

Rompere il silenzio sull’industria bellica

Le iniziative per il 4 novembre sono partite con un volantinaggio il 3 novembre in centro storico culminato con un passaggio davanti la casa del mutilato, monumento fascista dove si esalta la prima guerra mondiale e il colonialismo italiano.

Questo primo passaggio ad opera dell’ Assemblea No Guerra segna l’inizio delle azioni di propaganda contro la guerra e il militarismo, azioni che continuano nella mattinata del 4 novembre con la presenze silenziosa da parte dei non violenti palermitani alle celebrazioni  davanti al monumento ai caduti.

La mattinata continua con un volantinaggio da parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università insieme all’ Assemblea No Guerra a Piazza Verdi, davanti al teatro Massimo, dove per l’occasione sono presenti i militari, che hanno trasformato la piazza in un ritrovo di manipoli.

Nel pomeriggio siamo ritornati davanti la Leonardo S.P.A. È oramai dall’ inizio della guerra che abbiamo interessato i siti industriali, che a Palermo sono la Leonardo e i cantieri Navali, rompendo un velo di silenzio e omertà che da  tempo circonda questi stabilimenti.

Il presidio del 4 novembre è servito a denunciare il complesso militare industriale, ricordando i massacri che vedono l’industria bellica italiana presente nei teatri di guerra ucraino e palestinese passando per il Kurdistan e non solo.

Abbiamo ricordato l’istituzione armata, rinnovando il nostro appoggio ai disertori di tutte le guerre, avendo nei nostri cuori chi rifiuta di non uccidere a Gaza e nei territori occupati ed in Libano, abbracciando idealmente chi in Russia e Ucraina sabota la Guerra cercando di fare crollare il fronte. Noi rifiutiamo in toto la scelta campista di alcuni, avendo ben presente che la nostra indicazione è l’internazionalismo e la parola collettiva che ci piace di più è guerra alla guerra dei padroni, che da più di due anni ci accompagna in tutte le manifestazioni.

Antonio Rampolla

TRIESTE

In piazza contro il militarismo

Sabato 2 novembre eravamo in largo Barriera per un volantinaggio e una presenza informativa antimilitarista contro le celebrazioni del 4 novembre, festa delle forze armate. Come in tante altre città  abbiamo ribadito il nostro sostegno a disertori e renitenti di tutti gli eserciti a partire da quelli in Ucraina, Russia e Israele. È stata anche un’occasione per pubblicizzare la manifestazione del 30 novembre a Cao Malnisio (PN) contro i poligoni militari e le guerre (vuoi venire? Contattaci!).

TORINO

Noi disertiamo!

Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000.
Il 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione.
A Torino come in tante altre città italiane gli antimilitaristi hanno costruito piazze di senza patria, piazze contro tutte le guerre e tutti gli eserciti.

Il 2 novembre l’appuntamento era in via Roma, di fronte alla sede del DAP, il Distretto Aerospaziale Piemontese. Il Distretto Aerospaziale Piemontese svolge un compito di promozione, coordinamento ed affiancamento delle attività delle industrie belliche del settore. Sino alla sua promozione a ministro della Difesa il DAP era guidato da Guido Crosetto. Per cogliere l’importanza di questo organismo di governance è sufficiente dare un’occhiata alla lista dei soci del DAP, in cui spiccano attori politici, industriali e poli della ricerca e della formazione.
Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece produce solo morte.
Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un polo di ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana, e il Politecnico di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo. Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche.
Gli antimilitaristi, nei numerosi interventi che si sono susseguiti, hanno ribadito l’intenzione di continuare ad lottare contro la trasformazione di Torino in città delle armi, in polo bellico, dove si progettano e costruiscono droni e cacciabombardieri.
Erano presenti oltre all’Assemblea Antimilitarista ed ai membri del Coordinamento contro la guerra e chi la arma, gruppi politici e sindacali, No Tav, l’assemblea del politecnico, i pacifisti, un Ponte Per, l’Osservatorio contro la scuola in guerra, il gruppo contro la guerra nucleare.
Il canzoniere anarchico e antimilitarista delle sTREghe, gruppo artistico anarcotrans, ha intervallato interventi e azioni teatrali di strada per l’intero pomeriggio.

Il 4 novembre gli antimilitaristi si sono ritrovati a sorpresa di fronte alla sede delle OGR Tech, dando vita ad una rumorosa contestazione. Le OGR Tech, sono un hub di innovazione che ospita un acceleratore di innovazione della NATO e un Leonardo Lab.
Leonardo è la principale industria bellica italiana e una delle maggiori al mondo.
Nei Leonardo Labs si fa ricerca per rendere sempre più micidiali le armi impiegate nelle guerre di ogni dove.
Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.

La seconda tappa della giornata lanciata per smilitarizzare la città, è stata di fronte all’Ufficio Scolastico Regionale, la diramazione locale del ministero dell’Istruzione e del Merito.
Antimilitarist* hanno contestato il crescente processo di militarizzazione delle scuole e delle università.
Militari entrano ogni giorno nelle scuole come “esperti”, sostituendo gli insegnanti per fare propaganda bellica.
In occasione della festa delle forze armate, il ministro della difesa Crosetto ha ha trasformato il Circo Massimo in un gigantesco terreno di addestramento militare destinato ai bambini e ai ragazzi. Tra gli istruttori esponenti dei corpi di élite delle forze armate, tra cui i parà della Folgore, gli stessi delle torture e stupri in Somalia, gli stessi che esaltano ogni anno la battaglia fascista e colonialista di El Alamein, gli stessi impegnati in missioni di guerra in giro per il mondo.
La guerra non è un gioco. Nelle guerre che insanguinano il mondo vengono massacrati tantissime bambine e bambini.
Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.

Antimilitaristi hanno solidarizzato con i disertori e obiettori ucraini e russi radunandosi di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12.
Interventi, volantinaggio, uno striscione con la scritta “Con i disertori russi e ucraini, contro tutti gli Stati!”

A due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina sono morte centinaia di migliaia di persone e sei milioni quattrocentomila ucraini hanno dovuto abbandonare le loro case.
Sia in Russia che in Ucraina decine di migliaia di persone hanno disertato. In Russia l’opposizione alla guerra è costata carcere e torture a tantissime persone. Eppure non accenna a scemare.
In Ucraina i reclutatori professionisti fanno irruzione sui mezzi pubblici, nei mercati, nei centri commerciali a caccia di uomini dell’età giusta da catturare e trascinare a forza al fronte. Ma non hanno vita facile: tanta gente si mette di mezzo per impedire gli arruolamenti forzati.

La guerra, scatenata dopo il feroce attacco di Hamas alla popolazione civile israeliana, con uccisioni, stupri e rapimenti, ha ridotto gran parte delle case, degli ospedali, delle infrastrutture di Gaza ad un cumulo di macerie. La popolazione gazawi è chiusa in una trappola mortale senza possibilità di fuga. I morti, oltre quarantamila, crescono di giorno in giorno tra una popolazione sventrata dalle bombe, senza acqua, cibo, riparo.
Anche in Israele c’è chi rifiuta di arruolarsi, chi non accetta l’occupazione e l’apartheid e li avversa, pagandone duramente il prezzo. Un documento di giovani gazawi ci dice che, anche in quelle condizioni, c’è chi rifiuta il nazionalismo e la guerra di religione voluta dai governi di entrambe le parti.

Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti, disertarono a migliaia e finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.
Le piazze torinesi del del 2 e del 4 novembre tengono viva memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. In ogni dove.
Non ci sono nazionalismi buoni!
Noi disertiamo!

anarresinfo.org

Convegno FAI: “Giornata del disertore”

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